FONDI PER KAMAMA

Kamama è una ragazzina affetta dalla nascita da grave handicap, la sua storia non è stata facile fin dall’inizio: la madre l’ha ripudiata subito dopo il parto e ha cercato di bruciarla usando l’acqua bollente per liberarsi di lei e di quell’handicap che non poteva accettare ( l’accettazione del “diverso” non è facile nemmeno presso queste popolazioni, soprattutto in caso di gravi menomazioni che possono creare ulteriori problemi, rispetto ai molti già presenti quotidianamente, alla famiglia che si fa carico di questi bambini). Nonostante tutto Kamama è sopravvissuta: la nonna le ha salvato la vita e l’ha cresciuta, poi il suo caso è stato segnalato alla Missione di Rumuruti e, grazie ad Africa nel Cuore, Kamama ha ottenuto un sostegno a distanza con il quale ha potuto iniziare a frequentare la special school per sordomuti di Sipili (situata a circa 18 km da Rumuruti).

A scuola Kamama ha potuto imparare a comunicare attraverso il linguaggio dei segni e trovare un ambiente capace di aiutarla a convivere con la propria disabilità. E’ iscritta in collegio per cui vive a scuola la maggior parte dell’anno e torna a casa dalla nonna solo durante i mesi di vacanza (aprile, agosto e dicembre).

Purtroppo la disavventura di Kamama comincia proprio durante le vacanze del mese di dicembre 2016: mentre era ospite a casa della nonna viene violentata da uno zio e rimane incinta. Al rientro a scuola Kamama non racconta nulla, probabilmente non è nemmeno in grado di comprendere cosa le è stato fatto (e sicuramente non è stata nemmeno la prima volta) e cosa sta succedendo dentro di lei. Anche gli insegnanti non si accorgono di nulla, fino a quando a fine giugno Kamama sente “qualcosa muoversi nella pancia”, è sempre più allarmata e preoccupata non sapendo cosa possa essere. A questo punto una delle sue insegnanti capisce cosa sta succedendo e, attraverso il linguaggio dei segni, riesce a comunicare con la ragazza e farsi raccontare quanto era accaduto.

Dopo un paio di settimane Kamama inizia a non sentirsi bene e viene ricoverata presso l’ospedale di Nyahururu (un ospedale privato, perché in quello statale il personale medico era in sciopero): al momento della visita il medico in turno (uomo) non riesce nemmeno ad avvicinarla, perché al solo tentativo di aprirle le gambe la ragazzina si ribella e oppone con tutte le sue forze, tale è il trauma causato dalla violenza subita. Solo la presenza della sua insegnate riesce a tranquillizzarla e a permettere la visita da parte del medico: è subito evidente che, date le proprie condizioni fisiche, Kamama non è in grado di sopportare un parto naturale e pertanto le viene praticato il taglio cesareo, mettendo così al mondo una piccola creatura prematura di 1400 g che viene subito messa in incubatrice.

Kamama in un primo momento non sembra essere in grado di capire quanto le è successo, non riesce nemmeno a prendere in braccio suo figlio a causa del grave handicap che ha alle mani. A questo punto la nonna ripudia sia lei che il bambino, Africa nel cuore e la missione decidono di intervenire e farsi carico della situazione: grazie alla raccolta fondi e al contributo di tanti è stato possibile pagare il conto dell’ospedale e trovare a entrambi una sistemazione.

Attualmente Kamama è tornata a frequentare la scuola di Sipili e con lei è presente anche il suo bambino. L’idea iniziale di dare il piccolo in adozione/affidamento a un’altra famiglia è stata abbandonata, perché il concetto di maternità (voluta o non voluta) nella cultura africana è troppo forte e l’idea di separare una madre dal proprio figlio è inconcepibile.

A settembre Kamama ha dovuto subire un altro ricovero perché la ferita del taglio cesareo si è infettata e riaperta, ora però sia lei che il bambino (Baby Margaret Kamama) stanno bene. La scuola di Sipili ha messo a disposizione una stanza apposta per loro e Kamama, dopo le iniziali difficoltà, sembra finalmente accettare il bambino: riesce a tenerlo in braccio (nonostante il problema alle mani) e a prendersi cura di lui, grazie all’aiuto del personale della scuola. Il piccolo, contro ogni aspettativa, è sopravvissuto e, nonostante sia nato prematuro e sottopeso, continua a crescere e sembra essere in perfetta salute. Entrambi rimarranno ospiti della scuola anche durante le prossime vacanze scolastiche, perché, essendo stati ripudiati dalla famiglia, non hanno altro posto dove andare.

Africa nel cuore, in accordo con la missione di Rumuruti, ha deciso di farsi carico delle spese per mantenere Kamama e il suo bambino, permettendo loro di continuare a vivere a Sipili e provvedendo a coprire i costi di eventuali controlli clinici e medici. Per questo è nato il progetto “sostegno a Kamama” che grazie all’aiuto di tanti ha permesso di coprire le spese mediche e quelle scolastiche sostenute finora, ma c’è ancora bisogno dell’aiuto di tutti per proteggere questa ragazza e il suo bambino.